Costumi
Per indossare l’abito storico in occasioni di rievocazione occorre un bel portamento: indossandoli si diventa attori di teatro e si acquista una bellezza anche estetica che non è data dal fisico ma dalla figura.
MODA FEMMINILE
MODA MASCHILE
Photo Gallery
La storia del costume
CARATTERISTICHE DI BASE DEL COSTUME NELLA PRIMA META’ DEL 1400
“Il Quattrocento in Italia è un secolo di così gentile eleganza che si teme con le parole di sminuirne l’incanto…” (Rosita Levi Pisetzky)
La moda del quindicesimo secolo è in continuo divenire. Nei primi anni del ‘400 è ancora decisamente riconoscibile nei canoni tardo-gotici per poi evolvere nei caratteri distintivi della moda rinascimentale. Risaliamo ad essa dalla ricca iconografia del tempo, senza però dimenticare anche quelli che potevano essere i risvolti pratici. Ad esempio il costo delle vesti più ricche, in particolare le femminili, che venivano tramandate di madre in figlia. I traffici commerciali, le vie religiose, i matrimoni tra esponenti di dinastie di diverse casate se non addirittura diversi stati, ha portato ad una contaminazione progressiva di diversi stili. Per questo motivo, comprensibilmente, si tende a considerare, per i nostri fini, un lasso di tempo di 50 anni per giudicare l’attinenza filologica degli abiti.
I tessuti più comunemente usati sono panni di lana, velluti, broccati e damaschi con specifici motivi tra cui: la pigna, il melograno e l’acanto. Non sono utilizzati invece i motivi floreali che avranno sviluppo solo nel settecento. I colori sono sgargianti e corrispondono ad un codice: il più usato a inizio ‘400 è il blu cielo.
La moda e la storia
L’ABITO STORICO
Il costume inteso come abito storico risponde, in particolare se costume medievale, a codici di foggia e di colore rispondenti non solo al genere, ma soprattutto alla classe sociale, alla famiglia, al rango e al potere, alla professione. Sono dei veri e propri simboli che rivelano anche l’epoca, l’etnia, la nazionalità, l’attività. I colori, la ricchezza dei tessuti e degli ornamenti, i gioielli e persino i cuscinetti mostrano il vero valore di chi li indossa. Ma sono anche emblema di arte e artigianato, dai tessuti alle tecniche. La bellezza generale del capo non è dovuta solo alla qualità e allo splendore dell’abbigliamento, ma anche al modo in cui viene indossato.
L’abito femminile
INDICAZIONI BASE DELL’ABITO FEMMINILE
La moda femminile nella prima metà del ‘400 risente ancora dell’influenza tardo gotica, quindi un modo di vestire molto slanciato e verticale come ci insegna l’architettura delle cattedrali gotiche caratterizzate da archi a sesto acuto, guglie e campanili altissimi.
Le vesti
LINEA E CINTURE
Vesti amplissime con linee sciolte senza tagli in vita, ma segnate da cinture poste sotto al seno. Le dame spesso indossano la “giornea”, sopraveste aperta ai fianchi o chiusa con dei lacci. Sia il taglio alto della vita sia le allacciature regolabili sono fogge riconducibili al valore della maternità. Sia per i nobili che per i plebei era fondamentale una prole numerosa, nel primo caso per ragioni dinastiche, nel secondo per aumentare la forza lavoro. Pertanto, anche a causa dell’alta mortalità infantile, le donne in età fertile mettevano al mondo molti figli. La maternità era così importante e preziosa da influenzare la moda e gli stessi canoni della bellezza femminile.
Quindi l’abito che enfatizzava il ventre esaltava la figura femminile considerata più bella e importante nella sua funzione materna. Inoltre rispondeva anche a necessità pratiche: visto l’alto costo dei tessuti, i vestiti si dovevano infatti utilizzare durante e dopo la gravidanza. L’abbigliamento femminile si compone di vesti sovrapposte spesso dette vesti di sotto e vesti di sopra. Le scollature, modeste, sono quasi sempre tonde.
Broccati, damaschi, sete e lunghissimi strascichi
LO STRASCICO
Il ‘400 è rappresentato da una ostentazione dei costumi sia nella qualità di broccati, damaschi e sete, che anche dal grande impiego di tessuto: i vestiti si allungano moltissimo nello strascico tanto da arrivare a suscitare le leggi “suntuarie” che limitavano l’ostentazione del lusso e la quantità del tessuto degli abiti soprattutto negli strascichi.
Le maniche
LE MANICHE COME ALI
Maniche e contro maniche ad “ala”, le donne in questo periodo tendono ad assomigliare a degli uccelli richiamandone l’eleganza, infatti spesso queste contro maniche sono decorate con motivi che ricordano le piume dei volatili. Altro tipo di contro maniche sono dette “a gozzo” perché appunto ricordano la forma del gozzo di un uccello. Sotto le contro maniche sono le manichette strette aderenti aperte solo da “finestrelle” che lasciano intravedere la preziosa camicia, allacciate con nastri di seta rifinite da puntali dorati.
Balzo, sella e “alla di là”, le acconciature del ‘400
LE ACCONCIATURE PER LE DONNE SPOSATE
La tipica acconciatura italiana è il “balzo”, una sorta di palla appuntata sulla nuca. Molto comune è anche la “sella” nome dovuto alla sua forma, e poi ancora veli e reti che contengono i capelli. Spesso troviamo le acconciature “alla di là” fatte a forma di corna che traggono ispirazione dalle regioni fiamminghe al di là delle Alpi.
Acconciature per le giovani
LE ACCONCIATURE PER LE GIOVANI
A capo scoperto, o con leggeri ornamenti, andavano soltanto le bambine e le fanciulle non ancora sposate
L’abito maschile
INDICAZIONI BASE DELL’ABITO MASCHILE
Gli uomini nello stesso periodo indossano “guarnacche”, “robe” e “roboni”; sotto il vestito portano le calze in lana o in tessuto ma sempre aderenti per esaltare le forme.
Le vesti
LA TECNICA DELL’INCANNICCIATURA
Come per le donne le vesti sono slanciate, spesso non tagliate alla vita ma segnate da cinture, realizzate con la tecnica dell’incannucciatura: l’effetto è quello di “canne d’organo” e non quello della classica piega moderna. Sotto la veste si porta la camicia che si intravede dalle finestrelle delle maniche.
Maniche a gozzo e ad ala. E il mazzocchio.
MANICHE E COPRICAPO
Anche le contro maniche si ripetono, “a gozzo” e “ad ala”.
I copricapo maschili sono molteplici, ma il più classico è il “mazzocchio”, cioè un rullo imbottito con una foggia e un becchetto ricadente a lato.
Contattaci
Info
Associazione Perugia 1416
via G. Oberdan, 50 – 06121 Perugia